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Scrivere sull'acqua

 di Michele Trotta Massimo Celani

cosa diavolo è l'acqua

 (D.F. Wallace)

 

 Qui a Sud imperversa un buffo cattedratico che colleziona etichette e onorificenze, a cui non piace ciò che ho scritto sull'acqua. Non nel senso - poetico - di scrivere "sull'acqua" come supporto, ma sull'acqua, sull'acqua minerale, intesa come argomento.

Quando mi venne consegnata "in tutta franchezza" questa obiezione, rimasi perplesso, rapidamente cercai di effettuare una scansione alla ricerca di un file evidentemente non disponibile o comunque perduto, come forse è giusto che sia in una RAM logorata da cinquantasei (ora quasi 70) anni di attività.

Ritornato a casa chiesi a mia moglie se per caso ricordasse un mio scritto, magari remoto o rimosso, sull'acqua. Chissà, forse su un'acqua minerale famosa, magari sulla Perrier? Niente. Allora mi misi a cercare nelle cartelle e sottocartelle del mio pc (e questa volta non è una metafora cerebrale). Negativo, nessuna traccia. Salvo il titolo di una tesi di laurea: "retorica dell'acqua".

Ma chi può scrivere le sue parole sull’acqua?

La questione sembra riguardare l’invenzione del cirillico. Jiří Maria Veselý (Scrivere sull'acqua. Cirillo, Metodio, l'Europa, Jaca Book, 1982) si sofferma su la “Vita di Costantino”.

Lì si racconta che l’imperatore un giorno convocò il consiglio, invitando il filosofo Costantino (il cui nome monastico è Cirillo) e disse: “Filosofo, io so che ti è di peso, ma occorre che tu ci vada. Nessun altro, fuori di te, può eseguirlo”. Il Filosofo (che insieme al fratello Metodio era già stato inviato a evangelizzare la Pannonia, ora che gli si richiedeva di recarsi in Moravia) rispose: “Anche se sono fisicamente esaurito e malato, ci andrò volentieri se, però, hanno le lettere [dell’alfabeto] per la loro lingua”. L’imperatore gli replicò: “Benché mio nonno e mio padre, e tanti altri l’avessero cercato, non l’hanno trovato. Come posso trovarlo io?”. Allora il Filosofo disse: “Capisco, ma chi può scrivere le sue parole sull’acqua? Oppure ci si deve procurar il nome di eretico?”. Ma l’imperatore (si tratta dell’Imperatore bizantino Michele III) e suo zio Bardas insistevano di nuovo: “Se tu lo vuoi potrà dartelo Dio, il quale dona a quanti pregano senza dubitare, e apre a quanti bussano”. 

La principale preoccupazione di Costantino era quella di poter disporre di un alfabeto adeguato alla lingua: “senza il libro”, si scrive sull’acqua, cioè nel vuoto, e si può essere capiti male, in maniera “eretica”.

 

Ecco, al buffo cattedratico non piacque ciò che non avevo mai scritto e che continuo a non scrivere. Perché scrivere sull'acqua è difficile. Anche se lo ha fatto molto bene Michele Trotta, recensendo circa 500 etichette di acqua minerale per la sua tesi, in un libro che giace da tempo presso qualche editore miope e distratto.  Anche se ne scrisse mirabilmente  Leonida Repaci, Magia del fiume

Anche se ci ha provato David Foster Wallace e ci hai provato tu. Hai visto? È difficile.

Massimo Celani


https://www.centraleacquamilano.it/variazioni-sullacqua/



Luca Pancrazzi, Bottiglia perfetta, 2007




https://www.artribune.com/arti-visive/2018/02/acqua-artisti/

https://www.taccuinigastrosofici.it/ita/news/contemporanea/degustazione-sensoriale/alfabeto-di-degustazione-acqua.html 


questa è l'acqua (alcune pagine omesse)

https://www.google.it/books/edition/Questa_%C3%A8_l_acqua/9VhSVIZR-UoC?hl=it&gbpv=1&printsec=frontcover

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di Michele Trotta

Retorica dell’acqua.

A chi vogliamo darla a bere?

 

 

 

 

Premessa del curatore

 

Meta-introduzione                               pag. 5

 

Introduzione

Fare acqua da tutte le parti                 pag. 6

 

Capitolo I

Storia socio-economica dell’acqua     pag. 7

1.1        Breve storia sociale dell’acqua

.2                  Arsura

.3                  Acqua quotata in borsa

.4                  L'evoluzione dei consumi

.5                  Calma piatta e promesse da marinaio

.6                  Message in a bottle

.7                  Il boom delle bollicine

.8                  Torrenti pubblicitari

.9                  Idrolessico: acqua cosiddetta minerale

 

Capitolo II
      Le denominazioni                                pag. 16

 

2.1               Toponimi, idronimi, marche di santità

 

2.2              Sua altezza

 

2.3              Sua profondità

     2.4              Onomatopee

2.5              Vitalismo

2.6              Ontologiche

2.7              Sottrazione

2.8              Teleologiche

 

     Capitolo III

     Must e acque da tavola                         

 

3.1      L’acqua da tavola

 

3.2     Must

 

 

Bibliografia  e risorse web                    

 

 

Appendice

Le acque minerali italiane



(questo testo è parte del capitolo 2)

Le denominazioni



(...) La ricerca è stata effettuata su 450 etichette di acque minerali italiane e su alcune marche straniere distribuite in Italia.

 

2.1. toponimi, idronimi, marche di santità

Nel segmento i santi – ovviamente - la fanno da padrone. Ma si tratta di un dato drogato dal fatto che toponimi e sorgenti hanno troppo spesso una santa denominazione di derivazione dalle divinità pagane. Di seguito si segnalano solo quelle che marcatamente mettono in scena un cotè religioso, trascendendo per calcolo comunicativo il semplice toponimo. Lo “psicodramma religioso” regna sovrano, ma in fondo si scopre l’acqua calda: la bibbia è piena di riferimenti positivi all’acqua. Mosè le deve la sua salvezza ed alcuni dei suoi giochi di prestigio più riusciti; dal fianco di Cristo in croce (marchio registrato) sgorga sangue misto ad acqua, mentre inondazioni e diluvi erano all’ordine del giorno.

Le sorgenti, o i monti hanno spesso nomi di santi o di configurazioni della Madonna. Aspettatevi insomma, al tavolo del vostro ristorante preferito (dove – se è sufficientemente salutista o stravagante - si potrà consultare una “carta dell’acqua”, sul calco di quella dei vini), una bottiglia di Acqua Sacra.

Attenzione a non confonderla con la fonte di Lourdes. E’ diversa, non fa miracoli, l’imbottigliano nel Lazio. Mentre, negli ultimi anni la località di Lourdes è diventata un business che è, in un certo senso esemplare delle potenzialità imprenditoriali dei luoghi di turismo religioso. In molte civiltà non cristiane sono numerosi i riferimenti a fonti miracolose e di fiumi sacri agli dei. In India, bagnarsi nel Gange sancisce un momento di comunione estremamente forte per il popolo.

 Paolo Sorcinelli, intitola il capitolo 13 del suo saggio “Storia Sociale Dell’Acqua”, “Dell’acqua per mantenersi in salute”, prendendo in esame dapprima la curiosità degli uomini (e soprattutto delle classi sociali più agiate) verso le acque minerali ed in seguito la nevrosi “da consumo”, quando i marchi sul mercato divennero talmente tanti da necessitare campagne di comunicazione che ne magnificassero le loro proprietà.  Basti pensare che, dalla seconda metà dell’ottocento, gli stabilimenti termali e le (primitive) acque minerali in bottiglia erano talmente famose da portare Umberto Notari, nel suo libro Quelle signore (Claudio Lombardi Ed. Milano, 1993) a parlare del commerciante di minerali imbottigliate come una figura emergente nella Milano dei primi del novecento. L’eternità non è mai stata così vicina.

 

 

Acqua Sacra

 

 

 

 

Acqua Santa di Chianciano

Chianciano è uno stabilimento termale zeppo di alberghi e turisti, l’acqua di Chianciano è “SANTA” perché fa bene. E’ un‘acqua, come recita la sua etichetta, ” specifica per le malattie del fegato, delle vie biliari e del ricambio. L'acqua di Chianciano (Santa) è batteriologicamente purissima. L'acqua di Chianciano (acqua Santa) è famosa ed usata da moltissimi secoli. Essa ha azione specifica ed elettiva sul fegato, tanto sulle cellule, di cui regola le molteplici attività quanto sulla cistifellea e sui condotti biliari. Per questa sua azione, indiscutibilmente dimostrata dalla clinica moderna, l'Acqua di Chianciano esplica attività curative nei seguenti stati morbosi:
1. Calcolosi biliari (per la cui cura oggi si può dire che sia un rimedio specifico). 2. Colecistiti varie non calcolose e angiocoliti, specie croniche. 3. Uricemia e malattie del ricambio. Per queste malattie curare il fegato significa fare la vera terapia causale e non già una terapia sintomatica. 4. Postumi della malaria e alterazioni emocrasiche epatiche.
Uso: L'acqua di Chianciano è un vero medicinale. Non è purgativa. Si prende al mattino a digiuno, scaldata a bagnomaria sino a 30° per periodi di 20 giorni alla dose media di 500 g. al giorno (1/2 bottiglia). E' utile cominciare e finire con un purgante: indicata l'Acqua Attiva purgativa, oppure una dose dei Sali di Chianciano che sono regolatori delle funzioni epatiche. La cura a domicilio va fatta anche per stabilizzare gli effetti ottenuti colle cure speciali alle sorgenti.”

Attenzione, l’acqua in questione è un medicinale. Viene consigliata come “stabilizzante” delle cure sostenute presso le terme, insomma, in questa inondazione di Santità vale come un novenario per l’intercessione di una grazia. Se ricordate un film come “Cocoon” il riferimento è obbligato (ma è un riferimento che ritroverete su queste pagine).

 

 

 

Acqua della Madonna

L’acqua della Madonna è un caso strano, viene presentata dall’etichetta come:

l'acqua dei navigatori. Limpida, incolore, inodore di sapore leggermente acidulo. L'Acqua della Madonna è un'acqua minerale bicarbonato-calcica, bevuta a digiuno può avere effetti diuretici e facilitare l'eliminazione urinaria dell'acido urico”.

Ma l’etichetta non fa menzione di nessuna fonte della Madonna, forse si tratta di un ex voto, oppure di una devozione dei naviganti, dei quali questa acqua si picca di essere la favorita.

 

 

 

Celeste

(Lieve)

 

“Tratto m'avea nel fiume infin la gola,
 e tirandosi me dietro sen giva
sovresso l'acqua lieve come scola.”

L’acqua minerale “Celeste” non fornisce indicazioni sul perché del nome, ma fa risalire il ricordo di un frammento del canto XXXI del “Purgatorio”, sopra riportato. Ci saranno mai magnati o brand manager dell’acqua minerale così illuminati?

 L’acqua celeste era una sostanza alchemica con gli stessi identici poteri della pietra filosofale, ovvero la pietra che trasformava il vil metallo in oro. Non c’è dubbio che i fan dell’acqua “Celeste” siano molto fiduciosi sulle virtù della loro bevanda preferita.

Oggi, da Celeste a Lieve, cambiato nome, cerca un riposizionamento come acqua per bambini.

 

 

Certosa

Anche in questo caso la rassicurazione fornita dal nome è garanzia per il consumatore, visto che l’acqua minerale “Certosa”, nonostante produca tre distinte qualità, tante quante sono le fonti dalle quali si origina, non spende cifre esorbitanti nella comunicazione pubblicitaria, e preferisce rivolgersi ai consumatori con un’etichettatura che rinuncia all’iconografia religiosa e che inneggia all’altitudine, pur essendo la fonte a soli 430 m.s.l.m.  Purtroppo la mancata segnalazione dei quantitativi di Arsenico, Manganese e Antimonio ne hanno inibito la commercializzazione nel 2004.

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